La Regione valuta l'utilizzo dello screening genomico nei neonati
La Regione Lombardia mette in campo 1,35 milioni di euro per finanziare programmi di ricerca sul sequenziamento del genoma umano, ossia la lettura e la determinazione dell'esatta struttura del Dna dei neonati, per verificare la possibilità di introdurre lo screening genomico nel servizio sanitario regionale. Lo prevede una delibera approvata dalla giunta su proposta del vicepresidente Fabrizio Sala e dall'assessore al Welfare Giulio Gallera. I progetti potranno essere proposti da soggetti pubblici e privati, enti di ricerca, strutture sanitarie e imprese che si impegneranno ad analizzare, oltre agli aspetti connessi alla pratica clinica, tutte le questioni etiche, sociali e giuridiche: dalla privacy e sicurezza dei dati fino alle modalità più corrette per raccogliere e gestire le informazioni genetici.
"Oggi - spiega Sala - i bebè vengono testati gratuitamente per un numero limitato di malattie, come fenilchetonuria e ipotiroidismo, con una piccola puntura sul tallone. La caduta dei costi per il sequenziamento dell'intero genoma, però, spinge a chiedersi se non sia giunto il momento di ampliare l'offerta del Sistema sanitario nazionale, per sfruttare tutte le nuove conoscenze su difetti genetici e reazioni individuali". "Vogliamo sviluppare - aggiunge - la capacità di prevenire malattie e di prolungare al massimo il periodo sano della vita dei nostri cittadini individuando strategie mirate alla prevenzione di possibili patologie future con il sequenziamento del genoma umano dei nuovi nati sul territorio lombardo". "I progetti che finanziamo - aggiunge Gallera devono portare ad un'analisi che verifica la sostenibilità dell'utilizzo dello screening genomico nell'ambito delle politiche sanitarie pubbliche regionali". La valutazione sarà affidata alla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica e ad un comitato di dieci esperti internazionali.
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