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L'identikit dello pneumococco, 90 tipi diversi e preferisce bimbi

Pediatria Redazione DottNet | 08/05/2009 16:45

E' un batterio molto diffuso in natura, caratterizzato da 90 sierotipi diversi, di cui 13 responsabili del maggior numero di infezioni nell'infanzia. E' lo Streptococcus pneumoniae (Sp) o pneumococco, 'ospite' nel naso e nella gola di tutti noi, il più delle volte senza conseguenze né sintomi.
 

Si può trasmettere da persona a persona attraverso le goccioline respiratorie, con periodo di incubazione breve, da uno a tre giorni. Oltre a colonizzare naso e faringe, questo patogeno può però causare morbilità: meningiti, sepsi, polmoniti e otiti, soprattutto fra i bambini, in particolare nei primi mesi e anni di vita, e gli anziani. Per fare il punto della situazione sulla vaccinazione pubblica, si riuniscono oggi a Firenze rappresentanti della Società italiana di igiene, salute pubblica e medicina preventiva, del ministero del Welfare, dell'Istituto superiore di sanità e dell'Organizzazione mondiale della sanità.

E' all'attenzione degli esperti anche l'importante aumento della resistenza agli antibiotici di alcuni ceppi di questo batterio e, di conseguenza, i sempre più frequenti fallimenti delle terapie farmacologiche.
Fra le infezioni causate dallo pneumococco, non è solo la meningite, per quanto grave, il pericolo più allarmante: studi epidemiologici Usa condotti nel periodo che ha preceduto l'introduzione della vaccinazione anti-pneumococcica hanno contato 3.300 meningiti purulente, 60 mila batteriemie, ben 135 mila polmoniti e oltre sei milioni di otiti in un anno. Analogamente, anche nei Paesi europei, oltre alle meningiti, sepsi e batteriemie occulte in età pediatrica rappresentano fino al 70% di tutti i casi di malattia invasiva da Streptococcus pneumoniae. Meno noto è il contributo del patogeno all'incidenza di polmoniti in età pediatrica: studi condotti su bambini di età inferiore a cinque anni con polmonite comunitaria hanno mostrato che il 30% dei casi è classificabile come polmonite batterica, di cui il 70% (quindi almeno il 21% del totale delle polmoniti comunitarie) è attribuibile allo pneumococco.

 

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