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Tumori e cellulari, per il Consiglio di Stato serve informazione

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/08/2019 11:54

"Necessità di dati da parte delle autorità pubbliche"

Il Consiglio di Stato ha confermato la necessità della diffusione di dati e informazioni, da parte delle autorità pubbliche, sui rischi per la salute e per l'ambiente provocati dall'uso scorretto dei telefonini cellulari. Lo comunica l'Associazione Apple (associazione per la prevenzione e la lotta all'elettrosmog).  L'associazione, con gli avvocati Stefano Bertone, Luigi Angeletti, Renato Ambrosio e Marco De Fazi, aveva presentato un ricorso al Tar del Lazio, che lo scorso 16 gennaio aveva ordinato al Ministero dell'Ambiente, al Ministero della Salute e al Miur di attivare una campagna di informazione a livello nazionale. Contro la pronuncia dei giudici di prima istanza i tre ministeri avevano presentato appello, che è stato accolto solo in parte.

  In una nota della Apple viene spiegato che "nonostante la sentenza affermi - per motivi strettamente procedurali e non di merito - che i Ministeri non hanno un obbligo di legge ad effettuare una campagna informativa, il Consiglio di Stato conferma che informazione vi debba essere, ratificando i principali punti di merito fatti valere dall'Associazione".

Gli avvocati dello studio legale torinese Ambrosio & Commodo ricorsero alla giustizia amministrativa, per sollecitare i ministeri ad avviare le campagne informative, dopo che il tribunale di Ivrea (Torino), nel 2017, riconobbe a un dipendente Telecom colpito da un tumore una rendita vitalizia da malattia professionale: il lavoratore aveva adoperato per 15 anni il cellulare senza protezioni per più di tre ore al giorno. Nella sentenza del Consiglio di Stato, redatta dal giudice Nicola D'Angelo della quarta sezione (presidente Luigi Maruotti), si sottolinea che la legge del 2016 che impone ai produttori e ai distributori degli apparecchi la marcatura Ce non "esaurisce le precauzioni possibili per la salute", visto che "la conformità non riguarda solo tale aspetto, ma soprattutto la sicurezza elettrica e l'uso dello spettro radio".

Il Consiglio, nella sostanza, afferma che l'Amministrazione, sia pure nel "rispetto della sua libertà di azione", deve tenere conto di quanto previsto dalla legge 36 del 2001 in materia di elettrosmog nella parte in cui prevede che il ministero dell'ambiente, insieme ai ministeri della salute e del Miur, promuova "lo svolgimento di campagne di informazione e di educazione ambientale".  Non manca, nella sentenza, una bacchettata al Ministero della Salute, che nel 2012 attivò uno spazio sul proprio sito internet dedicato all'uso dei telefonini: i giudici non entrano nel merito della qualità delle informazioni ma fanno presente che "l'accesso ai contenuti sul web è in Italia ristretto solo a una parte della popolazione ed è pertanto non totalmente idoneo".

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