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Da una carezza all'affetto: svelato il meccanismo dell'amore

Neurologia Redazione DottNet | 13/04/2009 19:08

Una mano che sfiora leggera la guancia, poi scende morbida sul collo, accompagnando dolcemente le curve del viso ed ecco che subito questo tocco carezzevole si trasforma in piacevoli sensazioni che risalgono su fino al cervello viaggiando su treni di fibre nascoste sotto la nostra pelle: è questo il meccanismo neurale che ci fa amare le carezze, basato su fibre cutanee che trasmettono al cervello la gradevole percezione tattile della carezza.

 Battezzati nervi C-tattili del piacere, sono stati individuati da un gruppo di neuroscienziati capeggiato da Francis McGlone dell'azienda britannica Unilever, in collaborazione con l'Università svedese di Gothenburg e l'Università Usa del Nord Carolina. I nervi C-tattili sono uno speciale gruppo di fibre nervose disposte su parti del corpo che siamo soliti sfiorarci o lasciarci carezzare e che consentono al cervello di sentire il piacere, carico di affetto, delle carezze. La loro esistenza spiega perchè siamo naturalmente fatti per le coccole, le carezze e i massaggi, spiega perchè la nostra indole, innata, ci chiede e 'gioisce' di questo tipo di esperienze tattili. Le fibre C sono di fatto importantissime, spiega il neuroscienziato sulla rivista Nature Neuroscience, per mediare le relazioni affettive mamma-figlio o tra i partner, ma spiegano anche perchè ci piace molto prenderci cura di noi, magari con un massaggio, o stendendo sulla pelle una lozione idratante dopo la doccia.

Importantissima linea di confine tra noi e il mondo, la cute è cosparsa di innervazioni di vario tipo che permettono al corpo di sentire ciò che è fuori di noi e di proteggersi dal pericolo. Fondamentali, e molto studiate dai neuroscienziati, sono le fibre che percepiscono gli stimoli dolorosi: è grazie a loro, per esempio, che sappiamo ritrarre immediatamente la mano da un corpo caldo per non scottarci. Ma non c'è solo il dolore, anche l'affetto, provato sulla nostra pelle, è fondamentale. Non per niente già i nostri cugini scimpanzè usano 'carezzarsi' tra loro per 'pulirsi' il pelo; non a caso stiamo ore a massaggiarci e l'affetto di una mamma per il proprio neonato passa anche per le carezze del corpo.
Ebbene i neuroscienziati hanno ora scoperto cosa c'è alla base del misterioso potere di una carezza: studiando le reazioni nervose di un gruppo di 20 volontari, gli scienziati hanno trovato i nervi C. Infatti i ricercatori hanno sfiorato la pelle dell'avambraccio dei volontari con tocco via via di velocità diversa ed hanno scoperto il nuovo gruppo di fibre nervose, le fibre C, osservando che queste si attivano solo quando lo sfioramento sulla cute corre a una velocità tale da essere avvertito come piacevole. La velocità ottimale delle carezze è 4-5 centimetri al secondo, spiega McGlone. Non solo, i neuroscienziati hanno scoperto che l''occhio' attento di 'Madre Natura', in assoluto rispetto delle regole darwiniane dell'evoluzione, ha disposto queste fibre non su tutto il corpo, ma solo sulle parti adatte a ricevere carezze: è impensabile che simili fibre del piacere tattile siano sul palmo della mano perchè questa ne risulterebbe sempre 'distratta' e non riuscirebbe a svolgere i suoi importantissimi compiti di afferrare, muovere, spostare. Le fibre tattili del piacere, dunque, sono solo dove servono e dove non creano interferenze percettive. E sono indispensabili perchè mediano l'affetto di cui sono gravide le carezze ma servono anche a 'invogliarci' alla cura di noi stessi. ''La scoperta di queste fibre - conclude McGlone - getta infatti un'affascinante luce sul perchè trascorriamo così tanto tempo prendendoci cura del nostro corpo con massaggi, lozioni e creme da stendere sulla cute. Oltre all'indubbio beneficio fisico, la verità è che proviamo piacere da quest'azione''.

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