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Trovata nel cervello l'origine della schizofrenia

Neurologia Redazione DottNet | 17/04/2018 19:37

La scoperta arriva dal Centro per i sistemi di neuroscienze e cognitivi (Cncs) dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) a Rovereto

La sua scoperta ha sorpreso tutti: da anni si pensava che la 'culla' della schizofrenia si trovasse nella parte più evoluta del cervello, ossia la corteccia frontale che controlla le attività più complesse come il linguaggio e la capacità di pianificare le azioni, invece il motore che scatena le allucinazioni si trova in aree molto diverse e lontane da questa. Il risultato, ottenuto in Italia, è il primo passo importante per mettere a punto una nuova strategia di attacco contro una delle malattie più misteriose.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Neuroimage: Clinical, si deve al Centro per i sistemi di neuroscienze e cognitivi (Cncs) dell'Istituto Italiano di Tecnologia (iit) a Rovereto. "Comprendere quali siano le regioni cerebrali all'origine della schizofrenia è il primo passo per programmare terapie farmacologiche più mirate contro questa malattia", ha osservato il coordinatore del gruppo di ricerca, Angelo Bifone.

Gli indizi che hanno permesso di individuare le aree in cui nascono i disturbi della schizofrenia sono venuti dal confronto delle immagini dell'attività del cervello rilevate con la tecnica della risonanza magnetica funzionale in 94 persone sane e in altrettante malate di schizofrenia. I risultati hanno indicato che le aree della corteccia frontale non sono alterate e che la schizofrenia coinvolge alterazioni della percezione iniziale del segnale che si riverberano sulle funzioni cognitive superiori, alterandole. E' emerso così che "la comunicazione è già alterata a un livello molto basso dell'elaborazione del segnale", ha osservato la prima autrice della ricerca, Cécile Bordier.

Della schizofrenia era finora noto che è associata a un cattivo funzionamento della comunicazione tra diverse aree della corteccia cerebrale, una sorta di cortocircuito chiamato frammentazione della connettività funzionale. Non era noto però quali aree del cervello fossero coinvolte e l'ipotesi più accreditata indicava quelle della corteccia frontale. Era questa, finora, la spiegazione comunemente accettata sull'origine dei sintomi della schizofrenia, come psicosi, allucinazioni, difficoltà a riconoscere ed elaborare l'altezza e l'intonazione dei suoni e aberrazioni della percezione visiva, come quelle documentate nella rappresentazione pittorica di un gatto da parte dell'artista inglese Luis Wain durante l'avanzamento della sua malattia.

fonte: ansa

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