La scoperta arriva dal Centro per i sistemi di neuroscienze e cognitivi (Cncs) dell'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) a Rovereto
La sua scoperta ha sorpreso tutti: da anni si pensava che la 'culla' della schizofrenia si trovasse nella parte più evoluta del cervello, ossia la corteccia frontale che controlla le attività più complesse come il linguaggio e la capacità di pianificare le azioni, invece il motore che scatena le allucinazioni si trova in aree molto diverse e lontane da questa. Il risultato, ottenuto in Italia, è il primo passo importante per mettere a punto una nuova strategia di attacco contro una delle malattie più misteriose.
La scoperta, pubblicata sulla rivista Neuroimage: Clinical, si deve al Centro per i sistemi di neuroscienze e cognitivi (Cncs) dell'Istituto Italiano di Tecnologia (iit) a Rovereto. "Comprendere quali siano le regioni cerebrali all'origine della schizofrenia è il primo passo per programmare terapie farmacologiche più mirate contro questa malattia", ha osservato il coordinatore del gruppo di ricerca, Angelo Bifone.
Della schizofrenia era finora noto che è associata a un cattivo funzionamento della comunicazione tra diverse aree della corteccia cerebrale, una sorta di cortocircuito chiamato frammentazione della connettività funzionale. Non era noto però quali aree del cervello fossero coinvolte e l'ipotesi più accreditata indicava quelle della corteccia frontale. Era questa, finora, la spiegazione comunemente accettata sull'origine dei sintomi della schizofrenia, come psicosi, allucinazioni, difficoltà a riconoscere ed elaborare l'altezza e l'intonazione dei suoni e aberrazioni della percezione visiva, come quelle documentate nella rappresentazione pittorica di un gatto da parte dell'artista inglese Luis Wain durante l'avanzamento della sua malattia.
fonte: ansa
Il trattamento con brexpiprazolo (2-4 mg/die) ha ridotto significativamente i sintomi della schizofrenia misurati dal punteggio totale PANSS rispetto al placebo
Pubblicato sulla rivista Nature Mental Health, lo studio identifica nel cervello dei pazienti con schizofrenia connessioni funzionali uniche, una sorta di firma cerebrale della malattia
E' l'aripiprazolo 960 mg, il primo antipsicotico Lai (a lunga durata di azione) autorizzato dalla Ue per il trattamento di mantenimento della schizofrenia nei pazienti adulti stabilizzati con aripiprazolo
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