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Corruzione e sprechi in sanità, valgono il 6% delle spese Ssn

Sanità pubblica Redazione DottNet | 06/04/2017 18:15

Ispe, con il definanziamento sottratte le cure direttamente al malato

In un'azienda sanitaria su quattro c'è stato almeno un episodio di corruzione nell'ultimo anno. La maglia nera va al Sud, dove le strutture in cui risulta almeno un episodio di corruzione sono il 37,3%. Gli ambiti più a rischio sono acquisti e forniture, liste d'attesa e assunzioni del personale. A evidenziarlo sono i dati di un'indagine condotta dal Censis sulla percezione dei Responsabili della prevenzione della corruzione di 136 strutture sanitarie, nell'ambito del progetto "Curiamo la corruzione" coordinato da Transparency International Italia, in partnership con ISPE Sanità e RiSSC, presentati alla Seconda Giornata Nazionale contro la Corruzione in Sanità.

Qualcosa si sta muovendo: secondo l'indagine il 96,3% delle aziende sanitarie ha già reso disponibili dei sistemi di raccolta delle segnalazioni di corruzione (whistleblowing).    Inoltre, il 79,4% delle strutture ha adottato i Patti di integrità, e il 90,4% ha intrapreso percorsi di formazione rivolti al personale.

Ma l'impegno è a fare di più, considerando che ogni anno si stima, secondo un'indagine dell'Istituto per l'etica in sanità, che circa il 6% delle spese del Servizio sanitario nazionale siano riconducibili a sprechi e corruzione. "Ogni anno in sanità tra i 4 e i 9 miliardi sono sprechi nei processi di acquisto altamente ingiustificati, cioè che vanno oltre ogni 'range' di giustificazione da incapacità e quindi sottendono evidentemente fenomeni corruttivi", evidenzia Francesco Macchia (nella foto), presidente Ispe. "Mentre fino ad oggi in un contesto di Servizio sanitario nazionale sovrafinanziato la corruzione esisteva ma non impattava sulla qualità del servizio, ora un momento di totale definanziamento unito al fenomeno corruttivo porta a quell'effetto che si è visto nel rapporto Osservasalute 2016: per la prima volta il trend di aspettativa di vita in Italia si è invertito - aggiunge - la corruzione sottrae cure direttamente al malato".

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Un elemento su cui lavorare sono ad esempio piani anticorruzione adeguati , di cui sono carenti secondo un'indagine RiSSC su tutte le aziende sanitarie oltre la metà (51,7%). "La sanità è un settore ad alto rischio di corruzione, ma ciononostante garantisce standard elevatissimi di qualità delle prestazioni agli assistiti" evidenzia il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "Il tema della corruzione - aggiunge - lo abbiamo affrontato in maniera concreta fin dall'inizio del mio mandato. Quando in sanità si commette un reato, si sottraggono risorse che sarebbero destinate all'assistenza e alla cura delle persone più fragili".

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