E gli anestesisti dell'Aaroi proclamano lo stato di agitazione
"Con il mancato aumento del Fondo sanitario nazionale per il 2017 di 2 miliardi, o anche di un solo miliardo, sarebbe impossibile garantire pure gli interventi già programmati, a partire dall'applicazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea)". Lo afferma il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza (nella foto), a proposito delle ipotesi circolate di un miliardo di mancato aumento del Fondo, seguite alle precedenti ipotesi di un taglio pari invece a 2 miliardi, taglio però smentito dallo stesso ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
"Il finanziamento del Fondo sanitario - rileva Cozza - è una questione cruciale. Anche con un Fondo a 113 mld per il 2017, come era previsto, le risorse sarebbero insufficienti rispetto alle esigenze. Tuttavia, con un mancato aumento di 2 md, e con un Fondo che resterebbe dunque a 111 mld come nel 2016, o anche con un mancato aumento di un solo miliardo e dunque un Fondo pari a 112 mld, sarebbe impossibile riuscire a garantire anche gli interventi già programmati".
"Per non parlare dello sblocco del turn-over e della risoluzione al precariato in Sanità, oltre alla garanzia di accesso per i pazienti ai nuovi farmaci". Si tratterebbe, sottolinea, di "un mancato aumento non giustificato neppure, in base alle cifre, dal mancato aumento del Pil".
"Al momento assistiamo ad un teatrino di cifre, ma se i tagli alla Sanità fossero confermati, i sindacati medici sarebbero pronti a difendere il Sistema sanitario nazionale con tutti gli strumenti a disposizione, incluso lo sciopero nazionale", aggiunge il segretario nazionale dell'Anaao-Assomed, il maggiore dei sindacati dei medici dirigenti Costantino Troise, che così commenta le ipotesi circolanti in merito ad un mancato aumento del Fondo sanitario nazionale per il 2017. "E' un balletto di cifre e si sta giocando con le parole 'tagli' o 'mancato aumento'. Così però - avverte Troise - diventa impossibile sostenere la Sanità pubblica, ammesso che lo si voglia davvero fare, e diventa impossibile anche permettere il rinnovo del contratto dei medici". "Il ministro della Salute - afferma Troise - parla di 'gossip' relativi ai tagli- Al contrario, dovrebbe invece preoccuparsi se, come sembra e per il secondo anno di seguito, venisse smentita dal presidente del Consiglio in merito all'entità del Fondo sanitario".
Al coro si unisce anche l'associazione degli anestesisti rianimatori (Aaroi-Emac) che è pronta a dichiarare lo stato di agitazione e a uscire dalla contrattazione dopo l'annunciata riduzione di 2 miliardi di euro al Fondo Sanitario Nazionale (Fsn) 2017. Lo fa sapere la stessa associazione in una nota, che parla di "lugubri rintocchi di campana a morto a quelli che da tempo stanno annunciando la fine del Servizio Sanitario Nazionale (SSN)", e critica il camuffamento della parola "tagli" con la definizione di "minore incremento". "Con 2 miliardi di euro che mancano all'appello - spiega - non ci saranno le condizioni per l'effettiva erogazione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), nè tantomeno per il rinnovo dei contratti del personale sanitario".
L'Aaroi-Emac contesta anche il fatto che le Regioni si adeguano, "molte nemmeno tanto malvolentieri", con "fantasiose 'riorganizzazioni ospedaliere'", con risorse e personale sempre più insufficienti. "Si tratta, invece, evidentemente - nota - di un gioco delle parti che tenta di legittimare un impoverimento inaccettabile, un Exit Sanità che si aggiunge a molti altri EXIT, primo tra tutti un Exit PIL che riassume l'esito globale disastroso di scelte politiche e riforme amministrative propagandate come miracolose". Gli altri exit che "hanno danneggiato e danneggeranno, nello specifico ambito del SSN, i medici italiani, e con essi i cittadini", sono l'Exit Pensioni, l'Exit Costituzione, l'Exit contratto e l'Exit Dignità Professionale. A tutto questo, l'AAROI-EMAC risponde preannunciando il proprio Exit.
"Dato che ad oggi è impossibile - precisa - accettare di avviare una trattativa con la parte pubblica per iniziare a riparlare di contratto di lavoro, chiameremo alla mobilitazione tutti i nostri iscritti, spiegando loro quanto fallimentari siano state le scelte politiche riguardanti l'SSN messe in atto da tutti i governi che si sono avvicendati negli ultimi anni. Siamo pronti a dichiarare lo stato di agitazione, mettendo in atto le iniziative sindacali di informazione e sensibilizzazione dei nostri associati, finalizzate alla proclamazione di una o più giornate di sciopero, in vista del quale continueremo la nostra battaglia".
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