Lorenzin, arrivano i Lea dopo 15 anni. Ma non mancano le critiche da parte delle associazioni
Dopo 15 anni dalla loro entrata in vigore, nel 2001, arriva il via libera della Conferenza delle Regioni ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) aggiornati (clicca qui per scaricare il documento completo) , ovvero le prestazioni e le cure erogate dal Servizio sanitario nazionale (Ssn) ai cittadini gratuitamente o pagando un ticket. Un semaforo verde, quello da parte dei governatori, molto atteso e che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, saluta con soddisfazione. Ma sul tavolo resta il nodo dei finanziamenti. ''Nuovi Lea dopo 15 anni, nuovo nomenclatore protesi e ausili dopo 17, piano vaccini approvato: un grande giorno per la Sanità italiana'', ha commentato il ministro con un post su Facebook.
I Lea, infatti, comprendono anche il nuovo Piano vaccinale 2014-16, con uno stanziamento previsto di 200 mln.
A confermarlo lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini: ''Abbiamo raggiunto l'accordo all'unanimità, rassicuriamo quindi per quel che riguarda le risorse per il 2016 le Regioni. Ora va fatta una valutazione in sede tecnica per valutare quel che potrà servire per il 2017''. Anche per la presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ''il lavoro da fare per il 2017 e per gli anni a seguire è importante, però siamo arrivati a un punto importante che ci permette di trovare l'accordo con il Governo''. Un giudizio critico arriva invece dalla Fp-Cgil secondo cui i Lea ''senza finanziamenti adeguati in sanità - afferma il segretario Massimo Cozza - rischiano di rimanere sulla carta''.
E per l'Associazione Coscioni, va bene l'assenso delle Regioni ma ''non si ha ancora notizia di un altro 'assenso' forse anche più importante: quello della Ragioneria Generale dello Stato che ha bloccato i Lea dal 2008 negando la famosa 'bollinatura', cioè il via libera alle forme di copertura''. Basta, è la richiesta, ''al gioco delle tre carte Ministero-Regioni-Ragioneria Generale''. Quanto alle nuove cure che saranno garantite ai cittadini con i Lea aggiornati, come già annunciato dalla stessa Lorenzin, dovrebbero entrare nelle lista delle prestazioni erogate dal Ssn l'epidurale per il parto indolore, i trattamenti per la fecondazione assistita omologa ed eterologa, le cure per l'endometriosi, per la ludopatia, le indagini cliniche per la diagnosi della celiachia, i trattamenti per alcune malattie croniche, per oltre 100 nuove malattie rare e l'adroterapia oncologica (il trattamento dei tumori mediante l'impiego di protoni e e ioni carbonio).
Il via libera delle Regioni ai nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea) "ci sembra dettato più dalla paura di perdere gli 800 milioni vincolati dall'ultima Legge di Stabilità, che non da una piena condivisione del testo. Su quest'ultimo, infatti, le Regioni hanno posto una vera e propria condizione, e cioè la quantificazione effettiva dei costi, ad oggi solo stime, da parte della Commissione nazionale per l'aggiornamento dei Lea, oltre che una possibile revisione delle prestazioni, entro il 30 novembre".
Lo afferma il coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva, Tonino Aceti. "E stando ai tempi dell'iter previsti - commenta Aceti - i nuovi Lea potrebbero forse essere erogati concretamente ai cittadini solo a fine 2016. In altre parole mentre le Regioni potrebbero incassare nel 2016 tutti gli 800 milioni, i cittadini incasseranno i nuovi Lea solo a fine anno, forse". Infatti, sottolinea, "dopo il si delle Regioni, il testo dovrà essere approvato dalla Ragioneria Generale dello Stato e attendere il parere delle Commissioni parlamentari competenti, che auspichiamo prevedano cicli di audizioni degli stakeholder, in particolare delle Organizzazioni di cittadini e pazienti ad oggi mai coinvolti in questa importante partita per il diritto alla salute".
Inoltre, prosegue Aceti, "laddove la Commissione nazionale dovesse verificare una spesa per l'aggiornamento dei Lea superiore agli 800 milioni stanziati, alcune voci parlano di 1,5 miliardi di possibile spesa effettiva". A questo punto, avverte il coordinatore del Tdm-Cittadinanzattiva, "dovremmo poter contare necessariamente nel 2017 sui 2 miliardi di aumento reale al Fondo Sanitario nazionale. In caso contrario, il rischio potrebbe essere quello di una revisione al ribasso delle nuove prestazioni, mantenendo invece invariate tutte quelle misure che incrementano le entrate per lo Stato e svuotano le tasche dei cittadini, a partire dai 18 milioni di ticket aggiuntivi che deriveranno dal passaggio di molte prestazioni dal regime ospedaliero a quello ambulatoriale".
"Ci sembra che su tutta la partita sia necessaria una maggiore trasparenza nei confronti dei cittadini, sia sul contenuto dei nuovi Lea - conclude - sia sulla quantificazione effettiva della spesa che questi comporteranno, nonché rispetto alle risorse effettive, sulle quali dovremmo certamente poter contare. Non sono accettabili ulteriori giochi sulla pelle dei malati".
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