I pazienti trattati con clozapina hanno mostrato minore probabilità di interruzione della terapia e miglioramento globale superiore.
La clozapina è ritenuta l'unico farmaco indicato per la schizofrenia refrattaria. L’efficacia dei nuovi farmaci antipsicotici, rispetto alla clozapina, è di certo argomento di grande interesse clinico soprattutto in riferimento a pazienti con malattia moderata.
Lo studio, randomizzato e in doppio cieco, di Schooler ha confrontato il risperidone, il primo dei nuovi farmaci antipsicotici disponibili, alla clozapina in pazienti parzialmente responsivi. Inoltre, dal momento che la partecipazione dei pazienti di solito esclusi dai trial clinici è diventata sempre più importante, è stata esaminata una popolazione più ampia di pazienti.
Sono stati assegnati 53 pazienti schizofrenici al trattamento con clozapina e 54 alla terapia con risperidone per 29 settimane (schizofrenia diagnosticata usando DSM-IV) presso 3 ambulatori. La randomizzazione è stata stratificata con criteri di inclusione stretti o ampi. Come outcome primari sono stati misurati il tempo di interruzione del trattamento per mancanza di efficacia e il tempo di miglioramento del 20% dei sintomi psicotici secondo la Brief Psychiatric Rating Scale.
Non sono state riscontrate differenze per tutte le cause di sospensione del trattamento; i partecipanti del gruppo trattato con clozapina hanno mostrato probabilità significativamente inferiore di interrompere la terapia per mancanza di efficacia (15%) rispetto al gruppo che ha assunto risperidone (38%) (Wilcoxon χ21=6.10; p=0.01). La clozapina ha determinato un miglioramento globale (F2,839=6.07, p<0.01) e un miglioramento dell’asocialità (F2,315=6.64, p<0.01) significativamente maggiore rispetto a risperidone. In merito alla proporzione di pazienti in cui sono risultati soddisfatti i criteri di miglioramento della psicosi (risperidone:57%; clozapina:71%) non è stata rilevata differenza significativa. I risultati relativi agli effetti avversi del trattamento hanno evidenziato differenze significative per la salivazione (F1=4.05, p<0.05) (F1=12.13, p<0.001), per la sudorazione (F1=5.07, p<0.05) e la tachicardia (F1=6.51, p<0.05 ) a favore del risperidone.
I pazienti parzialmente responsivi trattati con clozapina hanno mostrato probabilità minore di interrompere il trattamento per mancanza di efficacia ed un miglioramento globale maggiore rispetto a quelli trattati con risperidone, anche se i sintomi psicotici non differivano. Questi risultati hanno suggerito che la clozapina non dovrebbe essere limitata ai pazienti con patologia più grave e refrattari al trattamento, il farmaco dovrebbe essere considerato come alternativa nei pazienti che abbiano una risposta ad altri antipsicotici, ma mostrino ancora sintomi preoccupanti.
Riferimenti bibliografici:
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