L’analisi di vari studi ha evidenziato che la devianza della comunicazione materna è un fattore di rischio di psicosi nella prole.
La relazione tra genitore e neonato è un contesto importante per identificare i primissimi fattori di rischio e resistenza ed i target per lo sviluppo di interventi preventivi.
Lo scopo dello studio è stato valutare sistematicamente i lavori scientifici pubblicati che indagano il rapporto precoce tra il neonato e chi si prende cura di lui e l'attaccamento ai figli dei genitori affetti da schizofrenia.
E’ stata effettuata una ricerca nei database degli articoli rilevanti in merito al rapporto tra il neonato e il prestatore di cure e gli esiti nella prole di pazienti con una diagnosi di schizofrenia. Gli studi sono stati valutati per stabilire il rischio di bias.
Sono stati identificati 27 studi, comprendenti 208 donne con diagnosi di schizofrenia, 71 con altre forme di psicosi, 203 donne con depressione, 59 donne con mania/disturbo bipolare, 40 con disturbo di personalità, 8 con disturbi mentali non specificati e 119 controlli non affetti da malattie psichiatriche. L’età media delle donne affette da psicosi/schizofrenia era di 28.6 anni (range 21.0 - 34.6). Per i bambini, l’età media era di 8.3 mesi (range 3 giorni – 14.2 mesi). Gli studi sono stati classificati in tre categorie: coorti longitudinali, coorti trasversali e studi di unità madre-bambino.
Sono state riscontrate alcune evidenze a sostegno di disturbi del comportamento materno tra coloro che hanno ricevuto una diagnosi di schizofrenia mentre è stato rintracciato un numero più esiguo di evidenze in merito ai disturbi del comportamento infantile e della reciproca interazione. I dati provenienti da studi effettuati nei primi 12 mesi di vita dei bambini, hanno messo in evidenza un diverso comportamento nei confronto dei bambini da parte di madri affette da schizofrenia rispetto ai controlli sani. Alcuni studi hanno riportato che la schizofrenia materna è risultata associata ad un ridotto contatto visivo, fisico e vocale. Le differenze sono state rilevate a 4 mesi ed entro il primo anno di vita del bambino. La schizofrenia materna è stata associata con l'essere più distante, silenziosa, invadente dal punto di vista verbale e comportamentale, insensibile, non responsiva, meno impegnata, affettuosa ed emotivamente coinvolta. I dati riguardanti le caratteristiche neonatali o il follow-up dei bambini oltre i 13 mesi di età sono risultati limitati. Sono state riscontrate differenze meno consistenti del comportamento infantile rispetto ai controlli. In particolare, ci sono state evidenze di attaccamento insicurezza/evitante e ridotta interazione reciproca tra madre e bambino nei figli di madri con schizofrenia rispetto ai controlli.
La devianza della comunicazione materna è un noto fattore di rischio per la sviluppo di psicosi nella prole. Questi dati sottolineano l'importanza della relazione madre-bambino in questo gruppo clinico e la necessità di un quadro concettuale in merito e di ulteriori studi di ricerca. Gli studi futuri dovrebbero indagare entrambe le fonti di resistenza e di rischio nello sviluppo dei figli di genitori con una diagnosi di schizofrenia e psicosi. Data la mancanza di specificità riscontrata, questi studi dovrebbero includere anche disturbi affettivi materni come depressione e disturbi bipolari.
Riferimenti bibliografici:
Davidsen KA, Harder S, MacBeth A, Lundy JM, Gumley A. Mother-infant interaction in schizophrenia: transmitting risk or resilience? A systematic review of the literature. Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol. 2015 Oct 10.
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