Il 40% dei macchinari presenti negli ospedali italiani risale a circa 10 anni fa. Secondo una recente indagine del Censis, il 74% degli italiani considera i soldi pubblici spesi per acquistare tecnologie medicali come un investimento utile, e non come un costo da tagliare. Le apparecchiature medicali sono nell'immaginario collettivo immediatamente ricondotte alla produzione di salute a strettamente connesse alla crescita economica del Paese.
Tuttavia, da un'indagine Swg, il 50% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ritiene che il parco macchine del Sistema Sanitario Nazionale non sia all'altezza degli altri Paesi. Delle possibili e auspicabili soluzioni per rinnovare il parco macchine e migliorare così le prestazioni senza aumentare la spesa sanitaria, si parlerà al 46° Congresso nazionale SIRM - Società Italiana di Radiologia Medica che si terrà dal 22 al 25 maggio, a Firenze. "Rinnovare il parco tecnologico per migliorare il nostro Sistema Sanitario è possibile, ma è necessaria un'Autority e una fase 'costituente' - spiega il Professor Adelfio Elio Cardinale, Vicepresidente del Consiglio Superiore della Sanità, che interverrà al Congresso. - In Italia, vengono effettuati un numero eccessivo di esami anche per la medicina difensiva, che pesa 13 mld l'anno, e grazie alla quale si potrebbero ottenere risparmi significativi. Ci sono, inoltre, altre questioni importanti che devono essere risolte, ad esempio, l'obsolescenza degli apparecchi medicali: da una ricerca SIRM emerge che il 40% dei macchinari presenti nei nostri ospedali risale almeno a 10 anni fa. Il problema deve essere affrontato se vogliamo restare competitivi - e ancora - spiega Cardinale - è importante rottamare le apparecchiature tecnologiche, prevedendo un sistema che le faccia tornare alla ditta di origine.
fonte: ansa
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