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Mancano 60mila infermieri, ma 25mila sono disoccupati

Sanità pubblica Redazione DottNet | 12/05/2014 14:14

Gli ospedali ne hanno sempre più bisogno ma il Servizio Sanitario Nazionale non può permetterseli. Nonostante in Italia manchino, secondo dati Ocse, oltre 60.000 infermieri, ben 25.000 non riescono a trovare lavoro, tanto che ben il 53% dei giovani laureati dal 2011 a oggi, è disoccupato.

 A dirlo sono i risultati preliminari di un'indagine del Centro Studi del sindacato di settore Nursind, resi noti in occasione della festa internazionale dell'infermiere che si celebra domani. Il divario tra il nord e il resto del Paese lascia pensare a una qualità di assistenza diversa e la situazione, confermano i dati, peggiora nel tempo. Dal 2003 al 2007 hanno trovato lavoro entro l'anno il 90% dei laureati. Percentuale che scende fino a raggiungere il 65% nel 2012. Quello della disoccupazione giovanile infermieristica "è un paradosso - spiega Donato Carrara della direzione nazionale Nursind - perché effettivamente mancano nel sistema queste unità e chi è attivo dentro i servizi è sottoposto a carichi di lavori pesanti per compensare tagli e carenze". Il lavoro che si trova, inoltre, dal 2011 è sempre più spesso precario, part time o a tempo determinato.

Mentre ad assumere, se prima era il pubblico impiego, dal 2010 in poi, con il blocco del turn over, sono andate crescendo le assunzioni da parte di cooperative e società di somministrazione del lavoro. D'altronde il pubblico impiego è un eldorado, tanto che ben il 68% degli intervistati ha partecipato a più di un concorso. Non c'è da stupirsi che dopo la fuga dei ricercatori, in Italia si assista alla fuga degli infermieri. "Mentre fino a qualche anno fa l'Italia era costretta a importare infermieri da altri paesi per far fronte alla carenza nelle strutture sanitarie, oggi - per Andrea Bottega Segretario Nazionale Nursind - sono gli infermieri italiani ad emigrare per trovare lavoro".

 

fonte: nursind

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