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Lorenzin riconfermata: ecco chi è il Ministro e il suo programma

Sanità pubblica Redazione DottNet | 21/02/2014 18:00

La conferma di Beatrice Lorenzin – che avevamo anticipato su Dottnet - alla guida del ministero della Salute ha accontentato un po' tutti, dalle associazioni di settore, ai sindacati, dai farmacisti alle aziende del farmaco. Nei giorni scorsi si era aperto un fronte bipartisan affinché il lavoro del ministro fatto finora non fosse disperso nelle mani di un successore.

 

Vediamo innanzitutto chi è la Lorenzin: appassionata di giornalismo (molto seguita la sua rubrica su Visto “Salute–I consigli del ministro” e che scrive lei stessa “Voglio fornire al grande pubblico, attraverso un settimanale popolare come Visto, utili informazioni su temi delicati come la prevenzione e la distinzione tra cure scientifiche e non scientifiche”) Beatrice Lorenzin, 43 anni, romana di Casal Palocco, figlia di un dipendente Alitalia, si dedica molto presto alla politica diventando giovanissima consigliere del municipio di Ostia. Studia giurisprudenza ma non si laurea mai, seppure dice lei "con il perdono di Berlusconi". Dopo l'esperienza nel consiglio comunale di Ostia, diventa consigliere in Campidoglio come unica donna nell'aula Giulio Cesare all'epoca di Veltroni sindaco. Quando il premier Enrico Letta le affida il ministero della Salute, lei, ex capo della segreteria di Bonaiuti, è già alla seconda legislatura in quota Pdl. La prima nel 2008 durante il quarto governo Berlusconi. Durante il governo Monti si era resa artefice della cancellazione dell'introduzione dei testi elettronici nella scuola per rispondere alle perplessità sollevate da molti insegnanti, esperti e pedagogisti, diventate poi sollecitazioni provenienti dalla lobby degli editori come da lei dichiarato, nel 2013, in una lezione durante una sessione pubblica della Scuole Governiadi. La sua nomina al dicastero della Salute nel Governo Letta (storica la telefonata di Berlusconi ricevuta mentre era a pranzo con la famiglia “pronta per il ministero della Salute?”) è stata nelle prime ore tra le più contestate, ma la Lorenzin, come affermano i suoi (non pochi) estimatori si è guadagnata la fiducia alla prova dei fatti. Come ad esempio nel caso Stamina, che ha superato con prudenza e senza troppi ostacoli (“Fare il ministro della Salute è un lavoro bellissimo ma delicato, si incide sulla vita delle persone e non si possono creare false speranze”, dice ai collaboratori). Dopo la diaspora con il leader di Forza Italia, suo padre-padrino Silvio Berlusconi, Lorenzin abbandona il partito per fondare insieme ad Angelino Alfano il Nuovo Centro Destra. Famosa per la sua opposizione alla Santanché (l'ha definita uno scorpione “e non certo una pitonessa”), il ministro della Salute ha un compagno napoletano, Alessandro Picardi (dice chi la conosce bene che è così innamorata che ha cambiato look – e anche il vecchio bilocale - tanto da affibbiarle il soprannome non amato di Meg Ryan de noantri”), amico personale del dg della Rai Gubitosi che l'ha immediatamente assunto in viale Mazzini. Della sua nomina (e del suo brillante curriculum: tre anni ai rapporti istituzionali di Sky e altri sei a Wind durante la gestione Gubitosi, quindi in Alitalia su chiamata dell’ex Ad Andrea Ragnetti) si parlava da tempo nei corridoi di viale Mazzini, ma il suo arrivo era stato frenato da ragioni di opportunità più gestionale che politica: la Rai stava mandando via dirigenti e dipendenti e gli innesti dall’esterno, soprattutto su poltrone di pr come quella che gli è stata poi assegnata: Relazioni istituzionali e internazionali.

Qualcuno ha malignato su questa nomina soprattutto per l’aggravante “politica”, ovvero, come scriveva Il Fatto “il legame sentimentale del neo dirigente Rai con la ministra Lorenzin che, a quanto si sostiene a viale Mazzini, sarebbe stato determinante per Gubitosi nella scelta di “scongelare” la nomina. In un clima di larghe intese, d’altra parte, il dg Rai ha fatto capire di volere una persona di sua fiducia per “dialogare” con tutte le forse politiche. Anche con il Movimento 5 stelle, ma soprattutto con il Pdl che ha la maggioranza in cda e i suoi migliori calibri in Vigilanza Rai. E il giovane napoletano è la scelta politicamente (e sentimentalmente) più azzeccata”. Qualcuno, ancora più maligno, sostiene che la folgorante carriera di Picardi sia quasi tutta da attribuire all'enorme peso che ha la Lorenzin sia all'interno del suo partito che in associazioni e sindacati. Come ad esempio in Comunione e Liberazione “Saremo sempre grati a Don Giussani per il suo impegno a favore dei giovani e per la grande volontà messa a disposizione per rinsaldare l’identità del mondo giovanile”., diceva nel lontano 2005 una giovanissima Lorenzin all'epoca coordinatrice di Forza Italia Giovani del Lazio e vice capogruppo al Comune di Roma. “Nella nostra società don Giussani e il movimento di ‘Comunione e Liberazione’ hanno rappresentato un vero collante trasversale per i valori cristiani - aggiungeva la Lorenzin - e sono stati anima e laboratorio delle espressioni del nostro mondo”. Tanto per fugare ogni dubbio sulle scelte politico-religiose di Beatrice Lorenzin. Una personalità di indubbio spessore, dunque, e con le mani in pasta un po' dappertutto, tanto che riuscirà a portare nelle casse del suo ministero, grazie ai lauti trasferimenti in arrivo dal ministero dell'Economia, una capacità di spesa di 9,3 miliardi nel 2014, di 6,8 miliardi nel 2015 e di 6,7 nel 2016.

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