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Tagli a sanità e stipendi: ecco cosa farà l’uomo designato da Letta

Sanità pubblica Redazione DottNet | 05/10/2013 16:01

Sarà Claudio Cottarelli l’uomo indicato da Enrico Letta per il suo secondo mandato alla presidenza del Consiglio a decidere sui tagli. E, come è prevedibile, si partirà dagli stipendi dei dipendenti pubblici e quindi della sanità, ancora una volta nel mirino della spending review.

 Ma chi è Cottarelli chiamato a questo difficile compito? Venticinque anni di lavoro al Fondo Monetario e sei alla Banca d'Italia, laureato a Siena e alla London School of Economics, i conti pubblici italiani Cottarelli, pur lavorando a Washington dal 1988 quando entrò al Fondo dopo la Banca d'Italia e una breve esperienza all'Eni, li conosce bene. All'Fmi infatti è direttore del dipartimento affari di bilancio dal 2008 e in questi anni più volte ha redatto e illustrato il Fiscal Monitor, ovvero il rapporto dove si analizzano i bilanci pubblici delle principali economie. Compreso la nostra. E nel suo ultimo rapporto, l’'Article IV' dell'Fmi sull'Italia si chiede, a partire dal 2014, ''una revisione della spesa pubblica da cima a fondo'' per trovare il denaro che consenta di abbassare le tasse: dai tagli agli stipendi degli impiegati pubblici, fino alla sanità e agli enti locali come le province. Cottarelli ha apprezzato più volte la riduzione del deficit operata dal nostro paese. Nel maggio scorso disse che ''il grosso dell'aggiustamento è stato fatto'' approvando lo spostamento del carico fiscale dall'Irpef all'Iva. Dove l'economista non si stanca mai di ripetere di proseguire gli sforzi è nella riduzione del debito e nel far ripartire la crescita. E Cottarelli ha anche dato la sua benedizione all'opera di risanamento avviata dal governo Monti, con un esplicito appoggio alla riforma delle pensioni che ha trasformato il sistema italiano in uno dei migliori 'nell'arco dei prossimi 20 anni sullo sviluppo della spesa pensionistica e dell'healthcare'' Per il nostro paese, qualche mese fa, l'economista ha rilevato come la sfida sia ''ridurre tassazione e spesa'' distinguendo tra quella ''buona'' come investimenti e infrastrutture l'educazione peraltro bassa in Italia e i ''trasferimenti a pioggia''. Eppure l'incremento medio annuo della spesa sanitaria è passato dal 7% del periodo compreso tra il 2000 e il 2006, all'1,4% del periodo tra il 2006 e il 2012", ma "il livello dei servizi erogati non è stato intaccato", spiega Francesco Massicci, Ispettore Capo dell'Ispettorato Generale per la spesa sociale della Ragioneria Generale dello Stato, alle Commissioni Bilancio e Affari Sociali della Camera, durante l'audizione nell'ambito dell'indagine sulla sfida della tutela della salute tra nuove esigenze del sistema sanitario e obiettivi di finanza pubblica.

"Se andiamo a guardare nel dettaglio questo periodo di valutazione - ha aggiunto - vediamo che il dato dell'1,4% è composto da un +2,5% relativo al 2006-2010 e a un -0,8% per il periodo 2010-2012". Il calo quindi, negli ultimi anni, grazie ad attente politiche di governance, si è fatto sentire sempre di più. Se oggi si spende meno e in modo più oculato, "la previsione per il futuro", ha spiegato Massicci, "è che la spesa si ridurrà ulteriormente, in seguito a misure di contenimento già deliberate dal Parlamento". Bene anche la continua riduzione della spesa del Servizio sanitario per i farmaci, emerge ancora dal documento illustrato dall'ispettore generale capo Francesco Massicci. "Al settore oggi sono destinati circa 17 miliardi annui, di cui 9 per quelli acquistati presso farmacie convenzionate e 8 per quelli acquistati attraverso asl e aziende ospedaliere", ha riferito Massicci. Per i primi, "grazie a numerosi interventi regolatori", il calo di spesa è stato del 3% nel 2006-2010 e dell'8,6% nel 2006-2012. "Complessivamente questa voce nel 2012 è stata di 2,5 miliardi inferiore rispetto al 2001, ciononostante è previsto un ulteriore taglio di 1,5 miliardi per il 2013". Per i farmaci ospedalieri invece il trend 2006-2010 è andato aumentando di circa il 12% per via di farmaci innovativi molto costosi, ma nell'ultimo biennio si è ridotto del 4%. Il personale del Servizio sanitario costa invece 43 miliardi, di cui 36,5 per i dipendenti e 6,5 per il personale in convenzione. "L'andamento della spesa mostra chiaramente l'azione della razionalizzazione dei costi": il tasso annuo di crescita era del 5,4% nel 2006-2008, del 1,4% nel 2008-2010 ed è arrivato ad avere segno negativo nel 2010-2012: -2,1%. Infine quanto ai ticket, il 30% viene pagato da cittadini non esenti. Il gettito complessivo della compartecipazione è di 3 miliardi di euro, di cui 2,3 per la specialistica, 0,6 per la farmaceutica.

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Fonte: interna

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