E' trascorso piu' di un anno e mezzo da quando e' stato approvato l'Accordo tra Stato e Regioni del 2010 sul percorso nascita, ma la sua applicazione va decisamente a rilento, complici le proteste di sindaci e comunita', e i ricorsi al Tar. Sono finora 57 i punti nascita, che fanno meno di 500 parti l'anno, per cui e' stata decisa o si e' proceduto alla chiusura, secondo quanto si apprende da fonti delle Regioni Veneto e Sicilia.
La maggior parte dei quali si trova nelle regioni meridionali, dove erano piu' diffusi. Stando all'ultimo rapporto del Cedap (Certificati di assistenza al parto) del 2009, i punti nascita con meno di 500 parti l'anno in Italia sono 153, tra pubblici, privati accreditati e non. L'Accordo del 2010 prevede una riorganizzazione dei punti nascita, non solo sulla base del numero dei nati, ma anche del contesto geografico in cui si trovano. Istituisce inoltre presso il ministero della Salute un Comitato per il percorso nascita il cui compito e' monitorare l'attuazione dell'Accordo, raccogliendo i report che le regioni devono inviare (anche se non obbligatoriamente) ogni 6 mesi. L'ultimo termine era previsto per il 30 giugno, ma a quella data solo otto regioni hanno comunicato i loro dati.
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