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Diabete: verso maggiore autonomia del paziente, in futuro cure autogestite

Endocrinologia Redazione DottNet | 15/11/2023 13:27

Cozzi: Tecnologia e nuovi farmaci stanno trasformando sempre di più l’approccio al paziente diabetico, ma formazione e accesso alle cure devono guidare il cambiamento

Farmaci innovativi e nuove tecnologie stanno portando ad una gestione del diabete sempre più efficace e sicura, con una maggiore autonomia da parte del paziente. "Tuttavia, è fondamentale la formazione dei professionisti come dei pazienti e garantire accessibilità alle cure, oltre che un approccio sempre più integrato e multidisciplinare, che guardi inevitabilmente agli stili di vita dei pazienti", ha ribadito Renato Cozzi, Medico endocrinologo e Presidente AME, in occasione del 22° Congresso dell’Associazione Medici Endocrinologi, svoltosi a Roma dal 9 al 12 novembre. 

Le ultime frontiere nel trattamento del diabete e delle sue comorbidità, prima fra tutte l’obesità, sono stati al centro della quattro giorni di Congresso che ha visto riuniti circa 1.300 professionisti della Salute e la partecipazione di relatori internazionali esperti nei rispettivi settori. Per la prima volta in plenaria in Italia, durante il Congresso è stata presentata e discussa la tirzepatide, la nuova molecola "che ha una grandissima efficacia in termini di miglioramento del diabete e dell'obesità, anche se in questo momento non è ancora stata approvata per la terapia dell'obesità in Europa, ma solo negli Stati Uniti", come ha spiegato Cozzi.  

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Come emerso infatti anche dalla sessione tenuta dal presidente eletto dell’AACE, società americana degli endocrinologi, i nuovi farmaci GLP-1 receptor agonist mostrano risultati straordinari Nel paziente diabetico di tipo 2 perché, riducendo il peso corporeo, normalizzano o riducono i valori della emoglobina glicosilata, permettendo di conseguenza nel paziente in terapia insulinica di ridurre o addirittura di sospendere questa. "Un traguardo che fino a qualche anno era impensabile – commenta Cozzi – che supera i tradizionali trattamenti basati sulla riduzione delle glicemie del paziente attraverso l’aumento della dose di insulina, che nel paziente con diabete di tipo 2 voleva dire farlo ingrassare e farlo andare in ipoglicemia". 

Accanto a farmaci innovativi, anche le nuove tecnologie stanno contribuendo a cambiare radicalmente l’approccio terapeutico al diabete. Nuovi sensori sempre più avanzati permettono un controllo più stabile della glicemia, una minore incidenza delle ipoglicemie, e un miglioramento complessivo della qualità della vita delle persone affette, garantendo sempre più autonomia nella gestione della patologia.  

Congresso AME 2023  

L’aggiornamento scientifico si conferma una priorità del Congresso AME che quest’anno ha visto un programma particolarmente ricco e articolato, comprendente 8 letture plenarie, 13 simposi, 7 incontri con esperti e 13 minicorsi, ripetuti per garantire la partecipazione di tutti i delegati. Tra le grandi novità del 22° edizione ancora una volta all’insegna della formazione e del confronto, anche un incontro con la Società Europea di Endocrinologia. "Il simposio congiunto con gli esperti europei è nato dalla consapevolezza di voler approfondire e diffondere anche tra gli specialisti italiani le nuove Linee Guida europee relative alle nuove strategie terapeutiche del microcarcinoma tiroideo e all’incidentaloma surrenalico, oltre che dalla volontà di offrire ai circa 850 giovani soci AME sui 2.500 complessivi, la possibilità di confrontarsi con i comportamenti in ambito endocrinologico degli altri paesi dell'europa, nell’ottica di una grande comunità scientifica", ha spiegato il Presidente AME.   

Spazio è stato inoltre dedicato alle tematiche più emergenti, come la Medicina di Genere, la disforia di genere, e l'efficace riduzione degli eventi cardiovascolari nei pazienti obesi o in sovrappeso ottenuta dalla semaglutide, "farmaco di cui nel nostro Paesi si parla da anni senza però vedere la sua commercializzazione per la terapia dell’obesità, mentre viene usata ampiamente per la terapia del diabete di tipo 2 – specifica Cozzi. La speranza, conclude il Presidente dell’Associazione Medici Endocrinologi, non è soltanto che i nuovi farmaci per l’obesità, e di conseguenza per il diabete, arrivino anche in Italia, ma soprattutto che saranno disponibili per i pazienti che ne hanno più bisogno, dunque riconosciuti dal Servizio Sanitario Nazionale.

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