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Con il lockdown pubertà precoce tra le bimbe in aumento del 30 per cento

Endocrinologia Redazione DottNet | 06/09/2023 13:27

Emerge da uno studio dell'istituto Gaslini di Genova pubblicato sul Journal of the Endocrine Society

Pubertà precoce tra le bambine in aumento del 30% a causa dei cambiamenti degli stili di vita durante il lockdown. Emerge da uno studio dell'istituto Gaslini di Genova pubblicato sul Journal of the Endocrine Society. La ricerca prende in esame i dati di 133 ragazze sospettate di essere in pubertà precoce, da gennaio 2016 a giugno 2021.    "L'analisi si è concentrata in particolare sui cambiamenti nello stile di vita durante i periodi di lockdown, rivelando un'estrema "impennata" proprio negli ultimi 2 anni tra le bambine" spiega Mohamad Maghnie, direttore della clinica pediatrica ed endocrinologia del Gaslini.  "Durante la pandemia di Covid-19 - sottolinea la pediatra del Gaslini Daniela Fava - il numero delle bambine che abbiamo valutato per sospetta pubertà precoce è aumentato di quasi l'80% rispetto ai 4 anni precedenti, e la percentuale di bambine a cui è stata diagnosticata la pubertà precoce rapidamente progressiva è stato del 30% più alto durante il periodo pandemico. A differenza di altri studi italiani, abbiamo analizzato i dati prendendo in considerazione il periodo tra marzo 2020 e giugno 2021 (lockdown totale e parziale) e una riduzione delle attività (chiusura scuole, interruzione attività fisiche, attività di routine) rispetto ai dati di coorte annuali dei 4 anni precedenti".

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Parlando dei possibili fattori scatenanti è stato riscontrato l'aumento di peso. "E non è l'unico. Abbiamo osservato anche un uso prolungato di dispositivi elettronici, che potrebbe aver influenzato i tempi di sviluppo puberale. Le bambine con diagnosi di pubertà precoce durante il periodo pandemico hanno mostrato una media di 2 ore giornaliere in più" spiega il professor Maghnie. Possono aver influito anche lo stress psicologico e le tensioni familiari. Il maggior tempo trascorso dai genitori con i figli nel lockdown può aver favorito il riconoscimento di segnali precoci di avvio puberale, ciò potrebbe aver contribuito al maggior numero di bambine visitate per sospetta pubertà precoce durante il periodo pandemico. Durante la pandemia le bambine a cui è stata diagnosticata la PP erano circa quattro mesi più giovani delle altre (7 anni e otto mesi, anziché 8).

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