La Lombardia ha la maggiore quota di mercato
Il 92% del valore di mercato è realizzato nel canale farmacia, dove gli integratori alimentari rappresentano il secondo comparto a valore dopo il farmaco con obbligo di prescrizione.
La Lombardia è di gran lunga la regione con la maggior quota di mercato: 17,1% rispetto al totale Italia, pari a 418 milioni di euro, con una crescita del 6,3%.
Un pool di otto esperti italiani ha fatto il punto sugli integratori alimentari firmando una Review sul tema, presentata a Milano durante un incontro promosso da Integratori Italia - Associazione italiana industrie prodotti alimentari - che fa chiarezza sia sui principi attivi che sulle diverse esigenze nelle varie fasi della vita.
Nonostante la difficoltà di dimostrare scientificamente un beneficio clinicamente rilevante sul mantenimento dello stato di salute e benessere, spiegano gli esperti, esiste un numero significativo di pubblicazioni "di alto livello qualitativo" che conferma quanto i diversi componenti degli integratori, dalle vitamine ai probiotici, "svolgano effettivamente tale ruolo".
E "sebbene l'adozione di uno stile alimentare vario ed equilibrato sia ritenuta sufficiente per garantire i nutrienti necessari - osserva Franca Marangoni, responsabile Ricerca Nutrition Foundation of Italy - sempre più osservazioni epidemiologiche supportano la necessità di una maggiore attenzione alla copertura del fabbisogno nutrizionale e al sostegno delle funzioni fisiologiche".
La ricercatrice ha poi aggiunto anche che "ad esempio nel Physicians' Health Study, uno tra i maggiori studi d'intervento condotti recentemente, su una popolazione di oltre 14.000 medici americani di 50 anni o più seguiti per 11 anni, l'assunzione di un multivitaminico è risultata associata a una riduzione, modesta ma significativa, del rischio di tumori, soprattutto tra i soggetti in età più avanzata".
Un approfondimento speciale meritano gli integratori a base di erbe. Le piante più amate e richieste degli italiani: Aloe, Finocchio, Valeriana, Ginseng, Mirtillo, Passiflora, Melissa, Guaranà, Tarassaco, Carciofo.
Della sicurezza degli integratori alimentari, ha parlato Giancarlo Cravotto, Direttore del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco, dell'Università degli Studi di Torino.
"La forza del sistema di sicurezza italiano per alimenti e integratori è diventato un riferimento per molti Paesi - spiega - la nostra organizzazione è basata su un modello "one health" dove la visione è unitaria, quindi una sola salute che include tutta la catena alimentare, dal ciclo di vita di vegetali e animali arrivando all'uomo".
in Italia il mercato degli integratori ha superato i 2,6 miliardi di euro, per un totale di 186 milioni di confezioni vendute (dati maggio 2015-aprile 2016).
Un'occasione per fare il punto sul ruolo di questi prodotti, il cui utilizzo - secondo uno studio recente - consentirebbe un risparmio totale di 37,7 milioni per il Sistema sanitario nazionale grazie alla riduzione dei giorni di malattia per infezioni respiratorie e il ridotto impiego di terapie antibiotiche.
"La ricerca scientifica - afferma Piergiorgio L. Colombo dell'università degli Studi di Pavia - ha confermato il valore preventivo e terapeutico dei probiotici: gli effetti positivi generati dai carotenoidi, dall'acido folico, dai flavonoidi; le proprietà nutrizionali delle alghe".
E gli italiani sono sempre più informati su questo fronte, evidenzia il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo in una lettera inviata al presidente di Federsalus Marco Fiorani: "La crescente attenzione per la salute e l'adozione di corretti stili di vita e l'importante ruolo di intermediazione con il consumatore finale assunto dai medici e dai farmacisti", sottolineato anche dal presidente di Federfarma Annarosa Racca, per De Filippo "si dovranno sempre di più coniugare con l'elevata qualità con cui operano le aziende, contribuendo a conferire valore e affidabilità al comparto e facendo del nostro Paese un apripista nello sviluppo di un modello virtuoso".
La nutraceutica è ormai parte integrante della pratica clinica in medicina generale (65% dei Mmg) e specialistica (41% degli specialisti). Dalla comunità scientifica emerge tuttavia la necessità di definire specifiche linee guida per la sperimentazione dell'efficacia dei prodotti che tengano presenti le differenze tra indicazioni di tipo nutrizionale e indicazioni sulla salute. La ricerca, spiega Mario Eandi dell'università di Torino, "può e deve contribuire a chiarire quali sono le basi razionali perché una stessa molecola possa avere un ruolo nutrizionale metabolico distinto da un ruolo farmacologico".
In questa direzione Fiorani ricorda gli impegni assunti da Federsalus, "dall'adesione all'Istituto di autodisciplina pubblicitaria volta a favorire una comunicazione commerciale corretta e trasparente, alla promozione delle Good Manufacturing Practices specifiche di settore, fino all'impegno portato avanti a livello internazionale per sostenere il superamento delle contraddizioni della regolamentazione europea. Abbiamo posto le basi per un dialogo costruttivo con le istituzioni, la farmacia, il mondo medico e la ricerca. Per costruire insieme il futuro".
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